SIMBOLISMO DI OGGETTI
Termine
generico per indicare il vestito da indossare per le celebrazioni liturgiche E'
tale anche la tunica del cantore, la veste del chierichetto.... Più
propriamente lo indossa il sacerdote durante le celebrazioni liturgiche e le
funzioni sacre. L’abito liturgico è composto da vari elementi che, con il loro
simbolismo, differenziano il ruolo che chi li indossa ha nella celebrazione. Ma
che cosa rappresenta la veste in generale? "Rivestitevi dell'uomo nuovo"
ci dice un grande e famoso missionario del Signore. La veste come il
comportamento esterno è capace di esprimere la novità e la bellezza interiore.
E' quindi importante durante la festa della preghiera segnalare con vestiti
particolari le grandi cose che a opera del Signore stanno avvenendo.
L’Amitto è il
rettangolo di tela bianca che il sacerdote pone sulle spalle e lega ai fianchi
prima di indossare il camice. Quest’ ultimo è una veste bianca lunga fino ai
piedi, di solito fermata ai fianchi dal cingolo. La si indossa per la S. Messa
e per le celebrazioni liturgiche più importanti. Richiama l’abito festivo, è
l’erede della tunica romana e va indossata da tutti coloro che hanno ricevuto
l’ordine
Le ampolline, chiamate
anche orcioli, sono piccoli vasi contenenti il vino e l'acqua per la S. Messa.
Hanno forma arrotondata con restringimento al collo. Generalmente vengono poste
su di un piattello e hanno un coperchio. Sono quasi sempre di vetro, ma non
mancano ampolline di metallo o di materiali preziosi finemente lavorati. Non è
però sempre stato così: solo nel XIII° secolo, infatti, compaiono le ampolline
gemelle; prima si usava un grosso recipiente che conteneva o il vino per la S.
Messa o l'acqua per la purificazione
L’animetta viene anche
chiamata “palla”. E’ un quadretto di lino inamidato , di piccole dimensioni,
che a volte si usa per coprire il calice durante la celebrazione della S.
Messa
Chiamato anche
manutergio. Viene normalmente usato assieme alla brocca per asciugare le mani
del celebrante ad esempio durante la lavanda dei piedi o, assieme alle
ampolline, viene portato all'altare per evitare di macchiare in qualche modo la
tovaglia.
L’aspersorio è uno
strumento in metallo o di crine con cui si spruzza ovvero si asperge, l'acqua
benedetta contenuta nel secchiello. A volte, in senso lato, con questo termine
si indica lo stesso recipiente che contiene l'acqua benedetta, che tuttavia,
può essere chiuso e dotato di forellini per l'uscita dell'acqua santa ed essere
così correttamente indicato come aspersorio. Nel secchiello si mette
l'acqua benedetta che serve per le aspersioni liturgiche.
L’acqua usata nelle
aspersioni richiama l’acqua battesimale e tutti i suoi significati
Brocca
E' un'anfora di
metallo, di ceramica oppure di vetro, che si usa per portare all'altare l'acqua
che serve al sacerdote per lavar le mani (anche:abluzione) quando, durante la
Messa, l'offerta dei doni è molto lunga oppure è stata seguita
dall'incensazione. Si usa durante la Lavanda dei Piedi il Giovedì Santo
E’ un vaso sacro, nella
fattispecie una coppa di metallo che nel sacrificio eucaristico riceve il vino
destinato a diventare il sangue di Cristo. Questa coppa è sempre in materia
preziosa e nobile. Il calice viene benedetto dal Vescovo o anche da un
Sacerdote con un rito particolare
In alcune chiese lo si
usa ancora per indicare all'assemblea il momento dell'elevazione nella S.
Messa. Più usato quello a muro posto alla porta della sacrestia: serve ad
avvisare il popolo dell'inizio della celebrazione. Si usa pure alla Resurretio
Domini nella Veglia Pasquale. E’ simbolo di grande festa e sottolinea
l’importanza del momento
Quelle poste
sull’altare richiamano il cero pasquale e il suo significato. Quelle
devozionali sono invece simbolo della fede del credente, fede che è scaturita
dalla luce di Cristo e ad essa si alimenta
Vestito ampio a forma
di mantello con una sola apertura sulla sommità per introdurvi il capo. E' di
stoffa e di vari colori: bianca, rossa, verde, violacea o nera, viene indossata
dal sacerdote per la celebrazione della Messa o dei Riti Liturgici ai quali è
associata la Messa; ricopre le spalle e le braccia, fin quasi ai piedi.
Rivestendo la Casula, il sacerdote "indossa" Cristo nella cui Persona
si appresta ad agire.
La differenza di colore
dei paramenti serve ad esprimere in modo visibile la caratteristica particolare
dei misteri che vengono celebrati nei vari periodi dell'anno liturgico.
Si tratta di una
candela di grosse dimensioni. Il cero viene benedetto durante la Veglia
Pasquale. Lo si mette accanto all'altare durante il tempo pasquale e si espone
in occasione del conferimento del Battesimo e delle Esequie dei defunti.
Simboleggia il Cristo Risorto e la sua vittoria sulla morte
Sopra o vicino ad ogni
altare c'è sempre una croce. Essa è il simbolo della nostra redenzione, della
nostra salvezza. Su di essa Cristo ci ha donato la vita e ha vinto la morte. La
croce "astile" (perchè posta sull'asta) viene adoperata nelle
processioni e viene incensata in segno di rispetto.
E’ la “tendina” che
copre la porta del tabernacolo, questa è sempre presente quando dentro il
tabernacolo sono custodite le particole consacrate; Viene cambiata secondo i
tempi dell’anno seguendo la regola dei colori liturgici
Il Bianco:
si usa nel periodo
pasquale e in quello natalizio; nelle feste del Signore, della Madonna e degli
Angeli e dei Santi non martiri. Evoca la purezza, la gioia, la luce e lo
splendore di tutto ciò che riguarda Dio.
Il Rosso:
evoca il sangue e il
fuoco. E' usato nella Domenica delle Palme, nel venerdì santo, nella
Pentecoste, durante le feste degli Evangelisti, Apostoli e Santi Martiri.
Ugualmente nella festa dell'esaltazione della S. Croce. E' il simbolo dello
Spirito Santo e del suo dono d'amore che rende capaci di testimoniare la
propria fede fino al martirio.
Il Verde:
si usa nel tempo
ordinario, cioè dal Battesimo di Gesù alla Quaresima e da Pentecoste
all'Avvento. Simboleggia la chiesa appena sorta e l'inizio di una nuova vita
ancora verdeggiante.
Il Viola:
è il colore dei tempi
di penitenza: Avvento e Quaresima, e inoltre negli Uffici e nella Messa dei
defunti.
Il Viola Nero:
è meno usato, in genere
per la Messa dei defunti.
E’ una tela quadrata,
fortemente inamidata, che si stende al centro dell’altare prima di deporvi i
doni e i vasi sacri, ma anche in altri momenti eucaristici. E’ come l’animella
ma più grande
E' la veste liturgica
propria del diacono. E' una tunica aperta sui fianchi e di vari colori, come
richiesto dai tempi liturgici. Sotto la dalmatica il diacono porta la
stola.
Copricapo di forma
allungata e appuntita, ornato e decorato. Dietro la mitra pendono due
"fanoni". Di colore bianco e oro, la mitra è riservata ai vescovi e
agli abati dell'Ordine monastico per le celebrazioni solenni: Messa, Vespro,
Processioni, Confermazione , Ordinazioni
E' un oggetto
d'oreficeria destinato a ricevere l'ostia consacrata in modo che possa essere
vista da tutti. Abitualmente l'ostensorio è fatto di un piede che sostiene un
motivo ornamentale dorato o argentato al centro del quale si può collocare
un'ostia grande per l'adorazione e la Benedizione Eucaristica.
Sono dischetti di pane
non lievitato e non salato utilizzati per la celebrazione eucaristica: durante
la consacrazione diventa il corpo di Gesù
Bastone dato ai vescovi
o agli abati alla loro consacrazione e de essi usato per le celebrazioni
liturgiche. In legno o metallo dorato o argentato, il pastorale è segno
dell'autorità del pastore sulla diocesi o sull'abbazia
La patena (detta DISKOS
in Oriente), era in origine un piatto circolare, poco profondo, e quindi molto
indicata per contenere l'Eucaristia. Le patene antiche erano a volte molto
grosse e finemente lavorate con decorazioni. Pensate che il peso medio di una
patena era di 6 kg! Sono destinate a contenere il pane eucaristico e questo
basta a renderle preziose.
E’ un piccolo piatto,
generalmente metallico, che si usa durante la comunione dei fedeli e viene
tenuto sotto le mani o sotto il mento, per evitare che la particola consacrata
possa cadere a terra
La pisside (da PIXIS
che indica una scatola rotonda) fu in uso sin dalla chiesa primitiva per
conservare il pane eucaristico. Ha avuto nella storia forme diversissime. Nella
chiesa di Roma dei primi secoli l'Eucaristia era conservata per i malati in
cesti di vimini (cistae) o in cofanetti (arca); ma nelle Chiese si usavano
delle scatole rotonde dette “pissidi”. C'è stato un periodo in cui erano
nascoste in Sacrestia; poi furono messe in Chiesa nei tabernacoli o nelle
"colombe eucaristiche"! Erano contenitori a forma di colomba che
'volavano' sopra l'altare! Oggi le pissidi hanno il piede, cioè una base
circolare analoga a quella del calice. Così sono più facili da usare quando si
deve distribuire la comunione.
Il piviale è un ampio mantello a
cappuccio. Lo si usa in molte funzioni liturgiche. Lo si indossa sopra la cotta
o il camice. Anche il piviale è nei diversi colori liturgici. La Continenza,
detta a volte "velo omerale", è una stoffa bianca o dorata che il
sacerdote indossa sopra il piviale in occasione della benedizione
Eucaristica
Purificatoio
Piccolo panno di lino,
dalla forma e dalla misura di un fazzoletto, che serve ad asciugare il calice,
a pulire la patena e il bordo del calice nella Comunione al calice.Viene
portato all'altare insieme al calice durante la presentazione dei doni
E’ una striscia di
stoffa in forma di sciarpa, era originariamente un’insegna profana associata
all’abito degli alti dignitari della corte imperiale romana. Il vescovo e il
presbitero la portano in modo che essa penda dalle spalle sul davanti, mentre
il diacono la porta a tracolla, dalla spalla sinistra al fianco destro. Il
colore della stola è lo stesso della casula.
Sono le vesti proprie
di chi serve all’altare (chierichetti): la prima è un abito lungo e con maniche
lunghe, nera o rossa, la seconda è una veste bianca, di mezza lunghezza e con
maniche corte, in genere ricamata e ornata di pizzi.
L’incenso viene
custodito nella navicella (scatolina metallica con coperchio e cucchiaino) e
fatto bruciare nel turibolo, un contenitore rotondo sostenuto da catenelle. Vi
si mette la brace sulla quale si pone l'incenso. Durante l'infusione il sacerdote
prende l'incenso dalla navicella e lo mette nel turibolo benedicendolo. In
questo modo la nube di incenso diviene offerta gradita a Dio e segno della
preghiera della chiesa che sale, pura, verso il cielo.